di Marco Terzi
Eppur si muove, lentamente, ma si muove. Parliamo del complesso meccanismo che porterà gli enti locali all’avvio della nuova contabilità Accrual. La road map era già stata definita con l’articolo 10, commi da 3 a 12 del decreto-legge n. 113 del 9 agosto 2024, convertito con legge n. 143 del 7 ottobre. La prima tappa è fissata dal comma 5 nel quale si rinvia ad una determina del Ragioniere generale dello Stato, da adottare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del decreto stesso, con la quale sono individuate le amministrazioni coinvolte nella fase pilota di attuazione della Riforma.
Ciò premesso, la determina è stata (tardivamente) adottata il 26 novembre scorso. Gli enti in elenco, che parteciperanno alla fase pilota, sono 3087. Fra essi non figurano i comuni con popolazione residente inferiore a cinquemila abitanti al 1° gennaio 2024 (per differenza rispetto ai comuni di cui alla lett.e) dell’art. 10, comma 3 del decreto-legge n. 113/2024), né le unioni di comuni (in quanto non menzionate nell’elenco di cui al comma 3 del decreto-legge). Tali enti non dovranno fare nulla nella fase pilota. Vi rientrano invece tutti i comuni con popolazione residente pari o superiore a cinquemila abitanti al 1° gennaio 2024, a prescindere dal verificarsi o meno delle condizioni (numero di dipendenti, volume delle entrate e valore della produzione) di cui al successivo comma 4. Se in prima battuta per qualcuno ciò non era chiaro, la determina fuga ogni dubbio, ammesso che ve ne fossero ancora.
La fase pilota è prevista dalle milestone M1C1-118 della Riforma 1.15 del PNRR ed è finalizzata alla predisposizione degli schemi di bilancio per l’esercizio 2025, coerenti con le nuove regole contabili di cui alla milestone M1C1-108, da parte di un numero di enti tale da coprire almeno il 90 per cento della spesa primaria dell’intero settore pubblico. In tale fase gli enti in elenco dovranno applicare il quadro concettuale, il set dei diciotto standard contabili (Itas) conformi alle indicazioni EUROSTAT/EPSAS, nonché il piano dei conti multidimensionale. Attenzione: la locuzione ‘schemi di bilancio’ di cui parla il decreto è fuorviante. Non si tratta del bilancio di previsione, bensì del rendiconto di esercizio per il quale la situazione economico-patrimoniale al 31 dicembre 2025 dovrà essere rappresentata, con finalità sperimentali, secondo i nuovi standard contabili Itas. Come tali essi non sostituiscono gli schemi di bilancio e di rendiconto che continuano, per il 2025, ad essere redatti secondo il d.lgs. n. 118/2011.
Il target M1C1-117 della Riforma 1.15 del PNRR prevede invece la conclusione, entro il primo trimestre 2026, del primo ciclo di formazione per la transizione al nuovo sistema contabile per i rappresentanti di un numero di amministrazioni pubbliche che coprano almeno il 90 per cento della spesa primaria dell’intero settore pubblico.
Infine, sullo sfondo c’è per tutti la formazione: il comma 10, infatti, prevede che i soggetti di cui all’articolo 1, comma 2, della legge n. 196/2009 devono assicurare la partecipazione di propri rappresentanti al primo ciclo di formazione sui principi e sulle regole del nuovo sistema contabile. Esso è erogato esclusivamente in modalità telematica tramite il portale dedicato, accessibile dall’apposita sezione del sito internet della Ragioneria Generale dello Stato.
© Per gentile concessione di Publika (pubblicato su EL News il 06/12/2024)
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