di Carlo Gemma
Con la determina del Ragioniere generale dello Stato n. 129 del 25 luglio 2025, di cui all’articolo 1 comma 4 del decreto del Ministro dell’economia e delle finanze del 23 dicembre 2024, con la quale sono adottati i modelli di raccordo, è finalmente possibile iniziare a ragionare in concreto con i primi adempimenti del nuovo regime contabile basato sugli standard ITAS.
Va subito precisato che per questo primo anno di sperimentazione la fase pilota prevede significative semplificazioni, sia dal lato pratico che concettuale, infatti l’analisi delle linee guida sull’utilizzo dei modelli di raccordo sottolinea più volte che:
- gli schemi di bilancio da elaborare per l’esercizio 2025 hanno valenza sperimentale e non sostituiscono gli schemi di bilancio e di rendiconto prodotti in attuazione delle norme vigenti;
- non è rivolta a tutti gli enti ma solo alle pubbliche amministrazioni destinatarie della riforma 1.15 del PNRR, con esclusione, tra l’altro, delle entità di minore dimensione fra i quali ad esempio i comuni con meno di cinquemila abitanti (art. 10, commi 3 e 4, del decreto-legge del 9 agosto 2024, n. 113);
- dispone l’elaborazione degli schemi di bilancio soltanto per lo Stato Patrimoniale e il Conto Economico e non tutti gli altri prospetti previsti dallo standard contabile ITAS 1;
- i due prospetti vanno compilati con il riferimento della sola annualità 2025 e non anche con riferimento all’esercizio 2024 che sarebbe previsto negli schemi allegati allo standard contabile;
- il raccordo contabile non sarà analitico ma solo con riferimento al Segmento A del piano dei conti unico ovvero all’articolazione minima che consente la riclassificazione secondo gli schemi da approvare.
A fronte di queste considerazioni quindi il prospetto di raccordo si è tradotto in un file in formato MS-Excel sul quale le amministrazioni potranno riclassificare le risultanze dei saldi contabili dei conti economico-patrimoniali dell’attuale ordinamento ed ottenere mediante la riclassificazione sopra citata il nuovo prospetto.
Il prospetto prevede anche un foglio per le rettifiche ed è proprio questo foglio che rappresenta il punto di contatto fra i nuovi standard ed i valori che risultano dalla riclassificazione automatica dando la possibilità fisica di applicare l’articolo 10, comma 9 del decreto-legge del 9 agosto 2024, n. 113. Ovvero allineare i criteri di valutazione delle voci dell’attuale ordinamento a quelle previste dai nuovi standard, fra cui le più impattanti sono sicuramente la gestione e riclassificazione dell’inventario o la gestione delle riserve del patrimonio netto.
Non a caso gli enti devono avviare in questa fase una una ricognizione degli inventari ed una analisi dei propri processi amministrativi e contabili al fine di adeguarsi anche in ambito informatico ai nuovi criteri e standard ITAS.
© Per gentile concessione di Publika (pubblicato su EL News il 17/09/2025)
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